Capolavori nel capolavoro. La mostra sul Settecento Veneziano nella biblioteca antoniana di Padova.

Sarà visitabile fino a sabato 6 luglio con ingresso gratuito, la mostra sul Settecento veneziano organizzata da Graziano Gallo e curata da Fabrizio Magani, che raccoglie una trentina di opere di artisti del periodo in questione, comprendendo nomi come quello di Rosalba Carriera (ne abbiamo parlato qui).

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Interessante, è sicuramente la location della mostra, la Pontificia Biblioteca Antoniana del convento del Santo a Padova. I capolavori dipinti incontrano, così, la mirabile architettura della sala, la volta affrescata e le scaffalature lignee. Quello che ne fuoriesce è un insieme dialogante in maniera veramente molto bella. La mostra, vuoi per le poche opere esposte, vuoi per la piccola sala che è chiamata a custodirle, diventa una sorta di salotto, un luogo appartata e quasi privato, nel quale godere dell’arte in piena tranquillità.

La modalità d’allestimento si presenta molto elegante e lineare, anche se alcuni dipinti esposti nella parte posteriore del passaggio principale vengono un po’ scarificati. In ogni caso, dato lo spazio abbastanza esiguo della sala, il percorso di visita procede bene e pur rimanendo fisso il dialogo artistico tra i quadri e la meraviglia che li contiene, queste due cose restano separate e possono essere, visivamente e mentalmente, affrontate in modo non necessariamente congiunto.

All’interno della raccolta spiccano, a mio parere, “Il Ridotto” di un anonimo maestro del XVIII secolo e i due bellissimi ritratti allegorici a pastello di Rosalba Carriera. Il Ridotto, nello specifico, tratta di un tema sociale, legato alla nobiltà e alla borghesia, molto importante nella Venezia del Settecento. Infatti, il ridotto è un ambiente, spesso anticamera dei teatri o in palazzetto separato, dove si svolgevano attività di svago al limite della legalità. Il quadro rappresenta bene tutto questo e fa vedere una folla di personaggi mascherati, più per evitare di essere riconosciuti che per spirito carnevalesco, intenti a giocare d’azzardo o a deliziarsi con alcune donne. Questo dipinto è un po’, per certi versi, un buon esempio della pittura settecentesca veneziana, una pittura notevolmente legata alla società, particolarmente a quella nobiliare che vive il declino della Serenissima del XVIII in modo disincantato, dedicandosi a piaceri mondani e a lussi che i pittori diligentemente si preoccupano di ostentare, per i loro committenti, ponendoli su tela.

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Come si diceva, l’altra grande protagonista della mostra è Rosalba Carriera, la regina del pastello, il simbolo dell’arte al femminile in un mondo dominato quasi esclusivamente da mani virili. Rosalba emerge con i suoi ritratti allegorici, con le sue fanciulle dalla bellezza impalpabile e dal candore angelico, sfumato in aurea eterea donata dal polveroso pastello sulla ruvida carta. In questa mostra, purtroppo, la Carriera non trova posto sul corridoio principale e le due opere di sua mano proposte in mostra sono poste frontalmente rispetto a delle finestre che creano fastidiosi riflessi sul vetro di protezione, diminuendo notevolmente le possibilità di apprezzamento visivo.

Quella della Pontificia Biblioteca Antoniana credo possa definirsi, genericamente, una mostra ben riuscita, benché personalmente consiglierei un adeguamento dell’allestimento considerando i punti d’osservazione, ma spero che questo tipo di evento che, oltre a Rosalba Carriera, ha portato in mostra Marco Ricci, Gaspare e Antonio Diziani, Giovan Battista Cimarosi e tanti altri, possa ripetersi al fine di riportare i padovani e i visitatori a contatto con l’arte locale veneta in un luogo, com’è la Pontificia Biblioteca Antoniana, sconosciuto ai più e in queste occasioni reso facilmente accessibile e visitabile gratuitamente.

Angelo Bartuccio

Info mostra: dal lunedì al venerdì, dalle 10 alle 12.30 e dalle 15 alle 18.30. Il sabato solo dalle 10 alle 12.30. Ingresso gratuito.

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